Alloggi per studenti in mano ad aziende private e nuove soluzioni contro i rincari

Gli alloggi per studenti universitari rappresentano un argomento di grandissima attualità, specialmente da quando alcuni ragazzi hanno iniziato a protestare davanti a diversi importanti atenei italiani.

 

In che modo lo stanno facendo e, soprattutto, per quale motivo? Molti giovani stanno manifestando sostando all’interno di vere e proprie tende da campeggio, posizionate proprio di fronte alle sedi universitarie di Roma, Milano, Torino, Bologna ed altre città. Protestano contro il rincaro degli affitti, che rende loro quasi impossibile poter trovare delle sistemazioni decorose a prezzi accettabili.

 

Si stima che, attualmente, ci siano circa 700.000 studenti fuori sede che avrebbero, quindi, necessità di una sistemazione temporanea. I posti disponibili, però, sono soltanto 40.000 e gli studentati pubblici riescono a soddisfare a mala pena il 5% delle richieste.

 

Sono tantissimi, dunque, gli studenti costretti a cercare una casa in affitto. Il problema è che, già solo prendendo in considerazione il periodo che va dal 2019 al 2021, i canoni per contratto agevolato sono aumentati almeno del 23%.

 

Inoltre, diventa sempre più difficile trovare alloggi destinati agli studenti fuori sede, perché stanno aumentando a dismisura gli immobili ad uso turistico.  

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Indice degli argomenti

La mobilitazione degli studenti, cosa sta accadendo intanto?

Già da qualche tempo, anche prima che iniziasse la mobilitazione degli studenti, qualcosa si sta muovendo.

 

La ministra dell’Università e della ricerca – Anna Maria Bernini – ha annunciato di aver sbloccato 960 milioni di euro stanziati dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Tale cifra sarà destinata ai gestori di studentati, così da poter realizzare altri 60.000 nuovi posti letto entro l’anno 2026.

 

Questi fondi potranno essere utilizzati in due fasi e serviranno per acquistare (o eventualmente prendere in affitto) degli immobili da destinare agli studenti fuori sede. Il vincolo d’uso sarà ridotto a 12 anni, prima era di 25. I suddetti immobili resteranno di loro proprietà.

 

Inoltre, è previsto un bando da 400 milioni di euro che dovrebbe consentire di ristrutturare e fare manutenzione presso molti altri posti letto già esistenti.

 

La prima fase di cui abbiamo accennato si è conclusa nel mese di febbraio del 2023. L’obiettivo era quello di creare ed assegnare almeno altri 7.500 posti letto, ed è stato addirittura superato (oltre 9.000 posti).

 

La seconda fase, invece, è legata al “Fondo housing universitario” cui sono destinati 660 milioni di euro da investire per realizzare altri 52.000 posti letto.

Un fondo rivolto ad aziende private

La particolarità di questo fondo è che è rivolto ad aziende private. Per poter dare il via a questo progetto, il ministero dell’Università e della ricerca ha recentemente pubblicato un avviso per reperire (anche tramite le regioni e gli enti locali) degli immobili idonei.

Per rendere operativo il suddetto fondo, il 16 maggio 2023 il Governo ha inserito un emendamento al decreto sulla pubblica amministrazione. Successivamente, l’emendamento è stato ritenuto incoerente e quindi ritirato. Verrà inserito in un altro decreto.

Purtroppo, dal momento che non c’è un vincolo sulla destinazione dei posti agli studenti nelle graduatorie per il diritto allo studio, ed anche una totale mancanza di monitoraggio da parte del Governo, possono presentarsi grossi problemi.

Circa due terzi dei posti finanziati, che in totale sono circa 9.200, sono privati. E molti di essi non sono del tutto nuovi, ma ricavati all’interno di strutture già esistenti. Con canoni di locazione che, in una città come Milano, possono tranquillamente arrivare anche a 800 euro mensili per una stanza singola. Cifre di poco inferiori in altri centri urbani, come ad esempio Torino.

I canoni che gli studenti dovranno pagare non sono ancora stati definiti dal ministero.

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Gli incentivi per i gestori degli studentati

Prima che il PNRR varasse la riforma, almeno il 20% degli alloggi creati da privati ma con risorse pubbliche doveva essere assegnato in base alle graduatorie per il diritto allo studio. Una percentuale sicuramente non molto alta, e non è detto che sia stata sempre rispettata: non ci sono dati precisi al riguardo.

Con i due nuovi bandi non si è più fatto riferimento ad una percentuale, ma semplicemente si dice “prioritariamente”.

Per incentivare i gestori degli studentati è stato aumentato dal 50% al 75% il cofinanziamento concesso, dando anche la possibilità di godere del regime fiscale riservato all’edilizia sociale. Si tratta, in pratica, di un tipo di edilizia in qualche modo sovvenzionata dallo Stato, per sostenere le categorie più deboli (che non potrebbero permettersi canoni normali).

Alcune residenze private offrono anche la possibilità ai turisti di locare delle stanze, per cui non è raro che alcuni studenti – quando arriva fine giugno – siano praticamente costretti a lasciare le stanze libere per far posto, per l’appunto, ai turisti. A meno che non dimostrino, certificato alla mano, di dover sostenere ancora degli esami anche durante il periodo estivo.

Alloggi per studenti: canone di mercato stabilito dallo Stato

Il Governo ha deciso che i canoni di mercato dovranno essere fissati da una commissione ministeriale che dovrà, in pratica, stabilirne l’asticella.

E come? Si tratta di individuare un costo medio calmierato per ogni zona. Quindi, la commissione non dovrà definire un tetto preciso ai canoni privati, ma soltanto individuare il canone medio di mercato (diverso da una città all’altra).

Una volta individuato questo canone medio, lo si ridurrà del 15% tramite contributo pubblico.

Ci sono, tuttavia, alcuni aspetti poco chiari. Ad esempio, se debbano essere presi in considerazione tutti i canoni del mercato privato oppure soltanto quelli degli studentati. Questi ultimi, infatti, di solito sono mediamente più alti. Ridurli del 15% potrebbe non essere molto risolutivo dal punto di vista dell’accessibilità per tutte le tasche.

Inoltre, non definendo un tetto massimo di locazione da parte degli studentati che beneficiano di contributi pubblici, probabilmente si andranno ad alimentare sempre più i canoni di mercato.

Forse si rischia, in questa situazione poco chiara, che il diritto allo studio non sia adeguatamente garantito.

Ci si domanda, inoltre, cosa potrà succedere una volta trascorsi i primi tre anni, quindi dopo il 2026 (quando il contributo sarà terminato).

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"A casa con i nonni”, le nuove iniziative per fronteggiare il problema degli alloggi per studenti

Abbiamo visto che il problema degli alloggi per studenti universitari che si trovano fuori sede c’è e non è, a quanto pare, così semplice da risolvere.

Ecco, quindi, che vale la pena di puntare i riflettori su alcune belle iniziative in grado di fare del bene non soltanto ai giovani, ma anche a chi ha qualche annetto in più.

E’ di un anno fa un’interessante notizia – ora attuale più che mai, vista la mobilitazione degli studenti e tutto ciò che ne sta derivando – proveniente dalla Basilicata.

Stiamo parlando di un’iniziativa denominata “A casa con i nonni”, la quale permette, attraverso una piattaforma digitale, di mettere in relazione domanda e offerta, dando un grandissimo aiuto a giovani ed anziani.

Grazie a questa idea, gli studenti fuori sede (o anche giovani lavoratori lontani da casa) possono andare a vivere presso le abitazioni di persone di una certa età (chiaramente interessate al progetto). Dando in cambio che cosa? Fondamentalmente, supporto materiale, digitale e un piccolo contributo in denaro.

Dal punto di vista degli anziani, diventa un’occasione per combattere la solitudine e per prendere confidenza con la tecnologia grazie all’aiuto delle nuove generazioni. In più, perché no, anche per guadagnare qualcosina che aiuti ad arrivare tranquillamente a fine mese.

Certo, un’iniziativa di questo tipo non potrà mai risolvere il problema degli alloggi per studenti difficili da trovare e spesso troppo costosi. Tuttavia, rimane una bella alternativa che può avere risvolti positivi sotto tanti punti di vista. Quindi, certamente meritevole di essere incentivata, ben organizzata e replicata in tutto il Paese.

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