Quanto costa registrare un contratto di affitto?

Hai messo il tuo appartamento in affitto e trovato finalmente l’inquilino perfetto, oppure hai trovato la casa che ti piace e firmato il contratto? In entrambi i casi non manca altro che un ultimo – fondamentale – step: la registrazione del contratto di affitto. Ora ti stai chiedendo quanto costi la registrazione del contratto di locazione, quali siano le tempistiche da rispettare e soprattutto se sia così necessario farla.

Premettiamo innanzitutto che la registrazione è obbligatoria e che – per eseguirla – esistono due modalità: quello ordinario e quello a cedolare secca, che seguono regole differenti.

Leggi il nostro articolo per conoscerle tutte, procedere nel modo più corretto ed evitare errori.

 

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Indice degli argomenti

Le differenze tra cedolare secca e regime ordinario

Nel caso del regime ordinario sarà necessario pagare l’imposta di registro e quella di bollo.

Per gli immobili destinati a uso abitativo l’imposta di registro corrisponderà al 2% del canone annuo percepito dal proprietario, moltiplicato per il numero delle annualità del contratto di locazione.

Per quanto concerne gli altri tipi di fabbricati, l’importo dovuto varierà nei seguenti modi:

  • fabbricati strumentali per natura: 1% del canone annuo per la locazione effettuata da soggetti passivi Iva, 2% del canone negli altri casi
  • fondi rustici: 0,50% del corrispettivo annuo moltiplicato per il numero delle annualità
  • altri immobili: 2% del corrispettivo annuo moltiplicato per il numero delle annualità

Ricordiamo che il pagamento di questa imposta andrà sempre suddiviso tra le parti. 

L’imposta di bollo consisterà invece in due marche da bollo del valore complessivo di 16 euro ogni 4 facciate di contratto o – in ogni caso – ogni 100 righe. Il pagamento sarà sempre a carico dell’affittuario.

Per quanto riguarda la registrazione del contratto di locazione con cedolare secca, il costo è sensibilmente inferiore, non andrà corrisposta infatti né l’imposta di registro né quella di bollo. Inoltre, il reddito percepito dal canone sarà soggetto a un’imposta sostitutiva all’Irpef del 21% o del 10% se si tratta di affitto a canone concordato.

Riassumendo, la principale differenza – per quanto riguarda l’Irpef – consiste nel fatto che la cedolare secca prevede un’aliquota fissa, e la rendita assoggettata a essa è esclusa dal reddito complessivo mentre il canone percepito in regime ordinario concorre alla formazione del reddito da dichiarare. Tieni a mente, però, che si tratta di un regime agevolato che implica la rinuncia alla possibilità di chiedere l’aggiornamento del canone di affitto, anche quando previsto nel contratto, incluso l’aumento Istat.

Per approfondire: cosa serve per affittare casa

Tempistiche e modalità di registrazione del contratto di locazione

Esistono tempistiche ben precise per la registrazione del contratto che deve necessariamente essere fatta dal proprietario entro 30 giorni dal momento nel quale viene firmato.

Come effettuarla? Esistono diversi modi per farlo, sia in modo tradizionale che online.

Se si intende procedere nel modo tradizionale, sarà necessario presentare all’Agenzia delle Entrate i seguenti documenti in formato cartaceo:

  • Due copie del contratto di locazione con firme originali delle parti
  • Il modello 69 compilato per la registrazione;
  • Le ricevute di pagamento dell’imposta di registro e – ovviamente – l’imposta di bollo di cui abbiamo parlato nel paragrafo dedicato.

In alternativa, è possibile effettuare la registrazione online presentando i documenti sopracitati ma in formato digitale sul sito dell’Agenzia delle Entrate o tramite un terzo soggetto come il CAF, le associazioni di categoria oppure il commercialista, che si occuperà della pratica al posto tuo. Sappi però, che per presentare personalmente la domanda online è necessario scaricare un software apposito, il programma RLI.

Una volta completato questo step, sarà necessario comunicare la registrazione del contratto di locazione – sia all’inquilino che all’amministratore del condominio – tramite una mail PEC o una raccomandata A/R. Le tempistiche previste dalla legge, in questo caso, sono di un massimo di 60 giorni.

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Come si pagano le imposte?

Per quanto riguarda l’imposta di registro, è possibile versarla tramite il modello F24. Il modello può essere presentato utilizzando i servizi online dell’Agenzia delle Entrate, quelli della propria banca o delle Poste Italiane o – in alternativa – presentandosi direttamente negli uffici degli enti sopracitati. L’imposta di bollo – invece – andrà acquistata presso un intermediario dell’Agenzia delle Entrate con il pagamento della marca da bollo, con l’acquisto di carta bollata filigranata o corrisposta tramite i contrassegni telematici.

È possibile però, qualora la registrazione del contratto venga trasmessa per via telematica sul sito dell’Agenzia delle Entrate, richiedere che il pagamento delle imposte di registro e di bollo, venga effettuato con addebito su c/c bancario o postale.

Un caso particolare: il comodato d’uso

Infine, esiste un solo caso nel quale la registrazione del contratto non risulta obbligatoria, si tratta del comodato d’uso, ovvero il contratto che prevede la concessione a titolo gratuito da parte del comodante ovvero il proprietario di un immobile alla persona che lo utilizzerà per un certo periodo di tempo – detta anche comodatario.

Ricordiamo però che quando il comodato d’uso è concesso a un parente di primo grado in linea retta (cioè solo tra genitori e figli) è possibile avere accesso a delle particolari agevolazioni fiscali. Tuttavia, per poter usufruire delle agevolazioni messe a disposizione in questo caso sull’IMU 2020, è necessario registrare il contratto di locazione.

A tal proposito, sappi che da quest’anno IMU e TASI sono state accorpate, scopri di più sulle spese e le tasse sulla prima casa.